IL PAESE - giovedì 5 dicembre 2024
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Come arrivare
“….Picciol ridotto di case sparse qua e là, sull’andamento degli acuti a nord-est di Farnocchia in mezzo a dette case vi è un oratorio sotto l’invocazione di Sant’Anna … " Versilia granducale, 1700
Il paese di Sant’Anna, frazione del comune di Stazzema (Lucca) si trova sulle estreme propaggini meridionali delle Alpi Apuane, a 660 mt. sul livello del mare. Vi si accede tramite una strada panoramica di circa 10 km che si snoda attraverso le colline versiliesi, toccando i paesi di Monteggiori e La Culla.
Sant’Anna è raggiungibile anche attraverso antiche mulattiere, facenti parte della vecchia via Francigena, da Farnocchia, da Capriglia-Capezzano e da Valdicastello.
Le sue origini risalgono al 1500, quando nacque quale alpeggio del comunello di Farnocchia, utilizzato per la transumanza del bestiame. Si trattava di un piccolo borgo formato da case sparse, abitate prevalentemente da pastori Sant’Anna ha conservato nel tempo la sua caratteristica di “paese aperto”, costituito non da un unico agglomerato, bensì da vari borghi sparsi disseminati nella vallata dominata dai monti: Gabberi ad est, Lieto a nord, Rocca e Ornato ad ovest.
I borghi, formati da poche case, hanno denominazioni diverse: Case di Berna, Sennari, Fabbiani, Colle, Moco, Bambini, Vaccareccia, Argentiera di sopra e di sotto, Monte Ornato, Valle Cava, Vinci, Franchi, Pero, La Chiesa, Merli, Coletti e Molini. Al centro del paese è situata la piccola chiesa, intitolata a Sant’Anna, risalente al XVI sec.
Anticamente Sant’Anna viveva prevalentemente di agricoltura e di pastorizia. Dalla mucca si ricavava il latte, dalle pecore il formaggio, dal maiale gli insaccati e dagli animali da cortile uova e carne. La ricchezza principale era data dal castagneto, dal quale si ricavava la farina di castagne che rappresentava il cibo più importante per l’alimentazione quotidiana, e dal bosco ceduo, da cui si ricavava il carbone , utilizzato come combustibile e come merce di scambio con gli abitanti della piana della Versilia dai quali si prendeva il sale. Dai piccoli appezzamenti di terreno si ricavava il frumento, le patate, i fagioli e le verdure.
Un’altra risorsa era rappresentata dalle miniere. Quella mineraria fu un’attività importante nell’area versiliese che risale addirittura agli etruschi.
Nei dintorni sono ancora visibili tracce dei siti minerari “Argentiera” e “Monte Arsiccio”, attivo fino alla fine degli anni ’80.
I minerali estratti sul territorio erano costituiti da solfuri misti fra cui pirite, pirite cuprifera, galena argentifera, minerali di ferro come limonite, magnetite ed ematite e solfato di bario.
Prima della strage del 12 agosto 1944 i residenti sfioravano le 400 unità, mentre adesso i residenti abituali sono circa una trentina.